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14 nov 2024

Rischio sismico in Italia: come tutelare il patrimonio edilizio

L'Italia, con la sua millenaria storia architettonica e culturale, è un territorio affascinante ma complesso dal punto di vista geologico. Il Paese, situato in una delle aree sismicamente più attive del mondo, è spesso colpito da terremoti, alcuni dei quali hanno causato ingenti danni e perdite umane. La combinazione di patrimonio edilizio antico e vulnerabilità sismica rende necessaria una gestione attenta e proattiva del rischio sismico per preservare gli edifici e le comunità che li abitano.


Amatrice dopo lo sciame sismico del 2016 e successive fasi di demolizione e ricostruzione post evento
Amatrice dopo lo sciame sismico del 2016 e successive fasi di demolizione e ricostruzione post evento

In Italia ogni anno si verificano in media circa un centinaio di eventi sismici che la popolazione è in grado di percepire. Si tratta quasi sempre di eventi che non comportano danni a persone e cose. Il terremoto di grave entità resta un evento piuttosto raro che si ripresenta negli stessi territori con intervalli quasi sempre misurabili in parecchie decine di anni, se non addirittura di secoli. Considerando, però, l’intero territorio nazionale, i terremoti con carattere distruttivo si ripetono, invece, con cadenza molto più breve: negli ultimi 150 anni - in pratica dall’unità d’Italia ad oggi ‐ gli eventi sismici che hanno determinato gravi danni a persone e cose si sono presentati, in media, uno ogni 5 anni.

Per quanto riguarda il rischio sismico, la classificazione territoriale per grado di pericolo evidenzia come oltre 21,5 milioni di persone, ovvero circa il 35% della popolazione italiana, abitino in aree del paese esposte a rischio sismico molto elevato (zona 1) o abbastanza elevato (zona 2), con una quota pari quasi a 3 milioni nella sola zona 1 di massima esposizione.

Altri 19 milioni risiedono, invece, nei comuni classificati in zona 3, ovvero circa il 33% della popolazione italiana; zona che non può dirsi priva di rischi.

Dal 1968, anno del terremoto del Belice, ad oggi, l’esborso a carico dello Stato per la ricostruzione degli immobili danneggiati è stato enorme. Il costo complessivo ammonta a 135,188 miliardi di euro, circa 2,4 miliardi di euro l’anno.

Stanziamenti statali per eventi sismici

La quota di immobili da recuperare, sulla base dell’esame dei danni registrati alle abitazioni de L’Aquila e delle condizioni del patrimonio abitativo raccolte dalle indagini censuarie, è pari a circa il 40% delle abitazioni del Paese, indipendentemente dal livello di rischio sismico, con una quota di interventi di recupero decrescente al diminuire dell’età dei fabbricati, sino a considerare quelli costruiti dopo il 2001 e soprattutto quelli edificati dopo il 2008 senza necessità di alcun intervento; con un coinvolgimento di una popolazione pari a circa 23 milioni di cittadini. Applicando i parametri medi dei capitolati tecnici per interventi di riduzione del rischio sismico, emerge un costo complessivo, per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo degli italiani da eventi sismici medi, prossimo a circa 100 miliardi di euro.


Edifici a rischio e abitanti in Italia

Si tratta in questa prospettiva di intervenire su circa 12 milioni di immobili residenziali che dovrebbero essere destinatari di opere di risanamento e messa in sicurezza e si può stimare in media che ci sia un edificio residenziale a rischio ogni 4.5 abitanti.


Comprendere il rischio sismico: le componenti chiave


Il rischio sismico può essere definito come la probabilità che un terremoto provochi un determinato livello di danno in una specifica area entro un certo periodo di tempo. Esso dipende dall'interazione tra il fenomeno sismico e le caratteristiche dell'area e degli edifici esposti. Comprendere e valutare il rischio sismico è essenziale per determinare quali azioni adottare per proteggere le strutture ed evitare perdite di vite umane.

La valutazione del rischio sismico è basata su tre fattori fondamentali:

  1. Pericolosità sismica: la probabilità che un terremoto di una certa magnitudo si verifichi in una determinata area. L'Italia è soggetta a una pericolosità sismica elevata, specialmente nelle regioni del centro-sud e lungo l'Appennino, dove la collisione tra la placca africana e quella eurasiatica genera frequenti eventi sismici.

  2. Esposizione: la presenza e il valore di beni e persone esposti al rischio. L’esposizione comprende sia la densità abitativa di un'area sia il valore economico, storico e culturale degli edifici. In Italia, il patrimonio edilizio ha un valore inestimabile dal punto di vista culturale ed economico, ed è proprio la presenza di questi edifici storici a rendere l'esposizione più delicata da gestire.

  3. Vulnerabilità: la capacità delle strutture di resistere a un terremoto senza subire danni significativi. La vulnerabilità varia enormemente a seconda del tipo di edificio, del materiale utilizzato e della qualità costruttiva. Molti edifici storici in Italia, costruiti in epoche in cui non esistevano normative antisismiche, sono particolarmente vulnerabili agli eventi sismici. La manutenzione inadeguata e l'usura del tempo non fanno che aumentare il livello di vulnerabilità.

Il calcolo del rischio sismico viene riassunto attraverso la formula: R = P × V × E

dove R è il rischio, P è la pericolosità sismica, V è la vulnerabilità strutturale ed E rappresenta l'esposizione.


Classificazione del patrimonio edilizio: una sfida unica


Quando parliamo di protezione sismica in Italia, il discorso non può prescindere dal considerare la vastità e la varietà del patrimonio edilizio del Paese. Accanto agli edifici moderni, costruiti con materiali e tecniche che consentono una maggiore resistenza ai terremoti, troviamo infatti un'immensa quantità di strutture antiche, come chiese, palazzi e case rurali, molte delle quali costruite in epoche in cui la conoscenza del rischio sismico era limitata o inesistente.

Un fattore cruciale nella protezione di questi immobili è la distinzione tra edifici vincolati e non. Gli edifici vincolati, sottoposti alla tutela del Ministero della Cultura, richiedono particolari accortezze durante gli interventi di consolidamento, poiché ogni operazione deve preservare il valore storico e artistico delle strutture. Intervenire su edifici storici rappresenta infatti una sfida tecnica di grande rilevanza: si deve coniugare l'efficacia della protezione antisismica con il rispetto delle caratteristiche originali dell'edificio.


Interventi sulle costruzioni esistenti

Quando e come agire per arginare la vulnerabilità sismica


Secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018), la valutazione della sicurezza sismica di un edificio esistente deve essere eseguita in diversi casi, tra cui:

●        la riduzione evidente della capacità resistente e deformativa della struttura;

●        il degrado dei materiali;

●        i danni causati da eventi eccezionali (come terremoti precedenti);

●        il cambio di destinazione d’uso con aumento significativo dei carichi.

In questi casi, si rende necessaria una valutazione della sicurezza ed, eventualmente, l'adozione di interventi di riduzione del rischio sismico. Le NTC classificano gli interventi sulle costruzioni esistenti in tre categorie:

  1. Interventi di riparazione o locali: coinvolgono singoli elementi strutturali e non alterano in modo significativo la sicurezza complessiva dell'edificio.

  2. Interventi di miglioramento: aumentano la sicurezza strutturale senza richiedere che l'edificio raggiunga i livelli richiesti dalle nuove costruzioni.

  3. Interventi di adeguamento: portano l'edificio ai livelli di sicurezza previsti per le nuove costruzioni, ma richiedono lavori di natura complessa e costosa.


Valutazione del miglioramento e adeguamento sismico


La decisione di effettuare un miglioramento sismico o un adeguamento sismico dipende spesso da considerazioni economiche, tecniche e storiche. L’adeguamento sismico, che comporta il raggiungimento dei livelli di sicurezza richiesti per gli edifici di nuova costruzione, è spesso oneroso: richiede infatti investimenti significativi e interventi profondi sulle strutture caratterizzate da vulnerabilità sismica. Tuttavia, l'investimento in adeguamento si traduce in una riduzione drastica del rischio per la vita delle persone e per la preservazione dei beni.

Il miglioramento sismico, d'altro canto, è una soluzione intermedia che aumenta la sicurezza senza necessariamente raggiungere i massimi livelli previsti dalle norme. Questa opzione può essere più praticabile e meno invasiva, specialmente nel caso di edifici storici o vincolati.


AS ingegneria: vulnerabilità sismica e riduzione del rischio sismico


La protezione del patrimonio edilizio italiano, in un contesto di elevato rischio sismico, è una sfida complessa che richiede un approccio integrato. Attraverso la combinazione di valutazioni accurate, tecnologie innovative e un continuo monitoraggio delle strutture, è possibile mitigare il rischio e garantire la sicurezza sia degli edifici che delle persone. La consulenza di esperti in ingegneria sismica è fondamentale per affrontare queste sfide, e investire nella sicurezza sismica è una scelta responsabile che tutela il futuro del nostro Paese.

Tra le analisi di vulnerabilità sismica che ci hanno visto protagonisti, possiamo citare l’edificio produttivo della società SAES Getters di Lainate con struttura prefabbricata ed una superficie coperta di circa 3.150mq; struttura caratterizzata da travi principali cave a sezione rettangolare a supporto di travi secondarie reticolari a doppia pendenza; nonché un edificio in aggregato edilizio colpito da evento sismico del 2016 nel nucleo urbano principale di Monsampietro Morico con il totale rinforzo delle storiche murature in laterizio oltre al rinforzo dei solai e al rifacimento del tetto in legno lamellare.

Di rilievo anche l’intervento all’ex chiesa di via S. Marta 20 in Vimercate con il risanamento conservativo della chiesa storica soggetta a tutela monumentale. Il progetto delle opere strutturali ha previsto importanti consolidamenti sia dei maschi murari che degli archi mediante l'utilizzo di compositi PBO, iniezioni di consolidamento con malta in pressione e barre in acciaio INOX, rinforzi in carpenteria metallica, risanamento delle storiche opere lignee nonché la ricostruzione del campanile originario.

In ambito commerciale, ci siamo occupati della vulnerabilità sismica e proposta di adeguamento sismico della Sede dell'Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale di Venezia per una superficie totale di 32.500mq con l'impiego di dispositivi tipo shock transmitter e di materiali compositi FRCM.

Grazie alla nostra esperienza e all’utilizzo delle più recenti metodologie di intervento, possiamo aiutare a preservare il patrimonio edilizio italiano, garantendo sicurezza e longevità alle strutture, sia storiche che moderne. Per maggiori informazioni sui nostri servizi di consulenza e interventi di consolidamento sismico, visita le nostre pagine dedicate.

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